Biography

Emilio Isgrò

Opere in Vendita

Emilio  Isgrò - L'artista e l'errore

L'artista e l'errore

Anno : anni '90

Dimensione : 30 x 24

Tecnica : Tecnica mista su cartoncino

Autenticazione : Titolato e firmato in basso a destra: L'artista e l'errore Isgrò

Emilio  Isgrò - Non uccidere

Non uccidere

Anno : 2017

Dimensione : 40x45

Tecnica : Serigrafia su tavola - multiplo P.A. 4/4

Autenticazione : Certificato dell’editore

Emilio  Isgrò - Planisfero

Planisfero

Anno : 2021

Dimensione : 70x110

Tecnica : Serigrafia su carta Hahnemuhle 350 gr (tiratura 60 + XXX + alfabeto)

Emilio  Isgrò - Dante

Dante

Dimensione : 40x20

Tecnica : Serigrafia su legno (su 8 esemplari)

Autenticazione : Certificato di garanzia

Emilio  Isgrò - Non uccidere

Non uccidere

Dimensione : 40x45

Tecnica : Serigrafia su tavola (P.A. 1/1)

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Emilio Isgrò

Biography

Artista a tutto tondo, Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937) rappresenta una delle maggiori figure del Concettuale italiano. Siciliano di nascita ma milanese di adozione, esordì molto giovane con una raccolta di poesie, Fiere del Sud, nel 1956. Nel 1964 realizzò le prime Cancellature, ovvero libri ed enciclopedie parzialmente o completamente cancellati, che rappresentarono una delle prime manifestazioni dell'Arte Concettuale in Italia.

Nel 1969 ideò la cancellatura applicata al cinema, con il film La jena più ne ha e più ne vuole, una pellicola quasi completamente nera tranne qualche secondo di immagini, ma il progetto fu rimandato. Partecipò diverse volte alla Biennale d'Arte di Venezia. Prese parte dal 1977 alla cooperativa di artisti Cooperarte, che univa alcuni tra i migliori artisti dell'epoca.

Gli anni Ottanta videro le prime incursioni nel mondo musicale, del 1983-1985 è la trilogia L'Orestea di Gibellina, del 1985 La veglia di Bach un'installazione multimediale nella Chiesa cittadina di San Carpoforo, commissionata dal Teatro alla Scala di Milano. Negli anni Novanta Isgrò fu consacrato da una mostra a New York presso il MoMA e presso la Peggy Guggenheim di Venezia. Anche la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo di Palermo ospitò una sua mostra, nel 2001.

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