Biography

Emilio Isgrò

Opere in Vendita

Emilio  Isgrò - Die Durchstreichungen von Isgrò

Die Durchstreichungen von Isgrò

Anno : 1972

Dimensione : 70x50

Tecnica : Serigrafia

Emilio  Isgrò - L'artista e l'errore

L'artista e l'errore

Anno : anni '90

Dimensione : 30 x 24

Tecnica : Tecnica mista su cartoncino

Autenticazione : Titolato e firmato in basso a destra: L'artista e l'errore Isgrò

Emilio  Isgrò - Non uccidere

Non uccidere

Anno : 2017

Dimensione : 40x45

Tecnica : Serigrafia su tavola - multiplo P.A. 4/4

Autenticazione : Certificato dell’editore

Emilio  Isgrò - Planisfero

Planisfero

Anno : 2021

Dimensione : 70x110

Tecnica : Serigrafia su carta Hahnemuhle 350 gr (tiratura 60 + XXX + alfabeto)

Emilio  Isgrò - Dante

Dante

Dimensione : 40x20

Tecnica : Serigrafia su legno (su 8 esemplari)

Autenticazione : Certificato di garanzia

Emilio  Isgrò - Non uccidere

Non uccidere

Anno : 2017

Dimensione : 40x45

Tecnica : Serigrafia su tavola (P.A. 1/1)

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Emilio Isgrò

Biography

Emilio Isgrò è un artista concettuale, poeta e scrittore italiano, nato a Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, il 6 ottobre 1937. È riconosciuto a livello internazionale come uno degli esponenti più influenti dell'arte contemporanea, soprattutto per il suo lavoro pionieristico legato alla "cancellatura", un concetto che ha sviluppato a partire dagli anni '60.

Isgrò inizia la sua carriera come poeta e giornalista, ma è con le sue opere visive che guadagna notorietà. La tecnica della cancellatura, che consiste nell'eliminare o oscurare parti di un testo scritto, mantenendo però visibile il contesto originario, è il segno distintivo della sua produzione artistica. Questa pratica non solo sottolinea il potere e i limiti del linguaggio, ma invita anche a riflettere su concetti più ampi come la memoria, l'oblio e la censura. Le sue cancellature si applicano a una varietà di supporti, inclusi libri, giornali, enciclopedie e persino spartiti musicali, offrendo una riflessione critica sulla cultura contemporanea e sui mezzi di comunicazione.

Isgrò è stato uno dei primi artisti italiani a unire arte visiva e scrittura, anticipando molti aspetti del dibattito postmoderno sull'uso del testo nell'arte. Le sue opere si collocano tra poesia visiva e arte concettuale, riflettendo un interesse per le questioni sociali e politiche del suo tempo. Il suo lavoro ha influenzato generazioni di artisti che hanno seguito le sue orme, esplorando il rapporto tra parola, immagine e significato.

Nel corso della sua carriera, Isgrò ha esposto in numerose gallerie e musei di tutto il mondo, tra cui la Biennale di Venezia, dove ha partecipato più volte, e il Centre Pompidou di Parigi. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Marconi per l'arte multimediale nel 1977 e il Premio Fontana nel 2014. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private, sia in Italia che all'estero.

Nel 2019, la Fondazione Emilio Isgrò è stata istituita per preservare e promuovere il suo patrimonio artistico e intellettuale, nonché per incoraggiare il dialogo culturale tra le arti visive e la letteratura. L'artista, che continua a produrre opere e a intervenire nel dibattito culturale, è considerato un maestro della cancellatura, un'operazione che va oltre il semplice gesto artistico, trasformandosi in una potente metafora del potere della parola e dell'immagine.

Emilio Isgrò è anche autore di numerosi libri e saggi, e ha ricevuto diversi premi letterari per le sue opere. Il suo stile unico, che unisce rigore intellettuale e sperimentazione formale, lo rende una figura centrale nell'arte contemporanea, apprezzata sia dal pubblico che dalla critica.

Questa biografia concisa ma dettagliata su Emilio Isgrò fornisce una panoramica esaustiva del suo percorso artistico, utile per chi cerca informazioni sulla sua figura sia per scopi culturali che professionali.

Negli anni Novanta Isgrò fu consacrato da una mostra a New York presso il MoMA e presso la Peggy Guggenheim di Venezia. Anche la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo di Palermo ospitò una sua mostra, nel 2001.

Caputo Colossi
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